Antonio Gades e il fuoco della passione

 

La vita mi ha riproposto recentemente il ricordo di Antonio Gadès, un grande ballerino che ho ammirato tanto, non solo per la sua opera di svecchiamento del mondo della danza, per aver liberato il flamenco dalla retorica oleografica e averne fatto un potente mezzo di espressione... ma anche per la sua dirittura morale che, a causa delle sue idee irriducibilmente comuniste, l’ha fatto tanto patire in Spagna sotto il franchismo, senza arrendersi mai.
Ricordo quando lo vidi ballare a Spoleto, al Festival dei Due Mondi, nel ’79. Un’emozione grandissima.
 
Se lo incontravi fuori dal palco, Antonio Gadès sembrava un uomo comune. Piccolo di statura e di torace, non aveva il fisico prestante che spesso hanno i ballerini. Anche il suo viso, con i lineamenti affilati, qualche ruga in più per il quarantenne che era allora, non sembrava niente di speciale. Ma bastava guardarlo un attimo negli occhi per scoprire il fuego che aveva conquistato tante donne: il Maestro sprizzava fascino da tutti i pori. E quando danzava si trasformava, sembrava perfino più alto, era passione allo stato puro.

Antonio Gades (foto dal web)
Antonio Gadès era stato, tutto sommato, fortunato. Aveva trovato sul suo cammino la danza, che gli aveva permesso di esprimere la forza potente che aveva dentro di sé. Molti uomini, pur intelligenti, sensibili e creativi, si accontentano di vivere una vita banale, spegnendosi a poco a poco. Preferiscono un lavoro dove si guadagna bene, una moglie o amante da sfoggiare, e tutte le cose che possono comprare e che non li renderanno migliori. E anche molte donne si comportano in modo più o meno analogo. Non voglio essere come loro.
 
Quando penso al Maestro Gadès, è come lui che voglio essere. Non sono particolarmente bella, e non mi interessa essere notata per il mio aspetto, né mi attira l'idea di diventare, per qualcuno, un trofeo da sfoggiare. Chiedo a me stessa solo di saper comunicare agli altri il mio amore per la vita, per tutto ciò che è bello, quella tensione che accendeva il fuego nello sguardo del Maestro Gadès: passione per la vita allo stato puro. Anche se non danzo più da quando avevo 17 anni. Perché la danza è solo uno dei linguaggi possibili.



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