Uomini che credono di amare le donne

 Mi arrabbio sempre, quando sento dire che gli uomini sono tutti uguali. Perché non è affatto vero. Per fortuna ci sono uomini che capiscono le donne e le trattano con rispetto, da tutti i punti di vista, sia che si tratti della moglie, della sorella, di una collega di lavoro o di una sconosciuta incontrata in treno. Sono davvero felice che questi uomini esistano, è un grande sollievo. Ma non è di loro che voglio parlare oggi.

Poi ci sono quelli che le donne le picchiano, le stuprano, le ammazzano, o le riducono praticamente in schiavitù con mille vessazioni. Su di loro ci sarebbe tanto da dire, soprattutto su come impedirgli di fare del male e su come punirli seriamente una volta che l’hanno fatto. Ma ne parleremo un’altra volta.

Quelli di cui voglio parlare oggi sono gli uomini che credono di amare le donne.

 Uomini che si credono migliori degli altri, anzi di gran lunga migliori, perché non hanno mai dato uno schiaffo a una donna. Perché una volta a settimana lavano i piatti. Perché si rivolgono a una donna sempre con parole gentili... almeno in pubblico. Magari le cedono il passo, una galanteria un po’ retrò ma sempre gradita, o le portano le borse della spesa. Quando scrivono, usano l’asterisco o la schwa. In ufficio, si rivolgono alle colleghe con “cara amica” anziché con “bambolina”, “chicca” o “tesoruccio”. E li senti dire -sempre in pubblico però- che le donne sono più intelligenti degli uomini.


Ma poi, se mentre sono con gli amici passa una bella donna, non risparmiano gli aggettivi e le fantasie su «Che cosa le farei». Purché, naturalmente, nel gruppo degli amici, non ci siano esseri umani di genere femminile. E se il telegiornale dà notizia di uno stupro, commentano «Che schifoso, poveretta...» e sottovoce aggiungono: «Queste ragazze, però, che incoscienti, in giro da sole a mezzanotte».

Sono quelli che all’inizio di una storia, sperano ardentemente che la nuova compagna, oltre a far bene l’amore, sappia anche lavare i panni e stirare le camicie: così potranno evitare di farlo loro. Poi c’è quello impagabile che, al fratello che si lamenta del pagamento degli alimenti all’ex moglie, si rivolge con scherno: «Sei un imbecille. Dovevi fare come me, che non ho mai fatto sapere a mia moglie quanto guadagno realmente. Le donne vanno tenute all’oscuro». E c’è quello che spera che la moglie trovi un buon lavoro... purché non guadagni più di lui, e soprattutto non abbia successo, non venga apprezzata, non gli faccia ombra. Ma se poi lei non guadagna abbastanza, o se addirittura è casalinga, lui si lamenta ogni giorno di doverla “mantenere”. C’è quello che d’improvviso decide di cambiare la macchina senza interpellare nessuno, e poi fa mille storie se la compagna ha bisogno di un cappotto, di un taglio di capelli, del dentista.


Si sentono dei granduomini perché non insultano apertamente le donne, ma nelle loro più segrete fantasie si annida ancora un cavernicolo che cattura la donna-preda e se la porta nella caverna trascinandola per i capelli. 

Sono pericolosi perché, come tutti gli ipocriti, sono difficili da riconoscere. E quella mentalità che nascondono accuratamente, è un humus fertile per ogni genere di violenza, incluso il femminicidio.



Commenti

Post popolari in questo blog

La tempesta

Maggio/coraggio (un omaggio ad Alekos Panagulis)