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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

Gli alberi in acrostico

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 Non ho mai amato le poesie troppo "costruite", quelle con tutti i versi della stessa misura, o con le rime baciate, o con tutte quelle regolette letterarie e metriche che se ti ci immergi troppo, rischi di perderti l'emozione che ti aveva spinto a scrivere... perciò quando, in un laboratorio di poesia ambientale, la poetessa Francesca Tuscano mi ha chiesto di creare un acrostico in endecasillabi, la prima sensazione è stata da mazzata in fronte.  Poi però mi è piaciuta la sfida di riuscire comunque a dire quello che sentivo. La parola scelta quel giorno fu "silenzio". Ma un'altra parola, assai più coerente con la mia natura, continuava ad aleggiare. Finché un giorno, il Monte Epomeo l'ha liberata. Vedi: Poetare/fare Rivoluzione verde Bellezza e libertà

Il sole d'inverno

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 Ci sono giornate, nella stagione meno luminosa dell'anno,  in cui scopriamo la preziosa bellezza di un raggio di sole. Scritta vent'anni fa, oggi ancora più vera.  Vedi: Poetare/fare Bellezza e libertà  

Antonio Gades e il fuoco della passione

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  La vita mi ha riproposto recentemente il ricordo di Antonio Gadès, un grande ballerino che ho ammirato tanto, non solo per la sua opera di svecchiamento del mondo della danza, per aver liberato il flamenco dalla retorica oleografica e averne fatto un potente mezzo di espressione... ma anche per la sua dirittura morale che, a causa delle sue idee irriducibilmente comuniste, l’ha fatto tanto patire in Spagna sotto il franchismo, senza arrendersi mai. Ricordo quando lo vidi ballare a Spoleto, al Festival dei Due Mondi, nel ’79. Un’emozione grandissima.   Se lo incontravi fuori dal palco, Antonio Gadès sembrava un uomo comune. Piccolo di statura e di torace, non aveva il fisico prestante che spesso hanno i ballerini. Anche il suo viso, con i lineamenti affilati, qualche ruga in più per il quarantenne che era allora, non sembrava niente di speciale. Ma bastava guardarlo un attimo negli occhi per scoprire il fuego che aveva conquistato tante donne: il Maestro sprizzava fascino da tutti i

Gli alberi, il PIL e la rivoluzione

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  Giorgio Parisi , premio Nobel per la fisica 2021, appena insignito della prestigiosa onorificenza, alla vigilia della COP26 rilasciò alcune dichiarazioni in cui, senza peli sulla lingua, metteva in mora i politici sulla loro devozione al PIL , che di fatto sta distruggendo il pianeta. Devo dire che provai un fremito di ammirazione per uno scienziato che metteva al servizio della salvezza del pianeta i suoi molteplici saperi e la notorietà derivata dal Premio Nobel. Gli intellettuali questo devono fare, pensai.  Poi però ci fu tanta gente che cominciò a sperare che le parole di Parisi potessero davvero spostare l’ago della bilancia nell’imminente incontro di Glasgow sul clima. Il neo-premio Nobel aveva appena finito di parlare quando mi telefonò un amico: «Hai sentito le dichiarazioni dello scienziato in Parlamento? Finalmente qualcuno gliel'ha detto ai maledetti politici, che il PIL non è un parametro per il benessere degli esseri umani!» Provai a ribadire che noi ambientalisti q

Nonna Ragno e io

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  Io sono una strana. Mi piacciono i ragni. Non mi limito a non ucciderli, come fa molta gente, per paura che ammazzarli porti sfortuna. E il mio non è nemmeno l’opportunismo di chi pensa che siano utili perché mangiano le mosche. No, no, a me piacciono proprio, mi sono simpatici, mi piacciono le opere d’arte delle loro tele, il loro restare immobili e il loro muoversi d’improvviso, svelti, cambiando direzione quante volte vogliono su quelle zampette dinoccolate... Avrà influito anche la leggenda di alcuni popoli nativi americani, secondo la quale Nonna Ragno, spirito protettore della Natura e degli umani, avrebbe portato per la prima volta nel mondo la luce del sole servendosi dei fili della sua ragnatela. Certo questa immagine della luce che viaggia sui fili della ragnatela è potente. Ma credo di aver iniziato definitivamente ad amarli quando molti anni fa, in un sogno incredibile (qualcuno sostiene che si sia trattato di una visione, ma tanto che cambia?) un ragno sbucato dal nulla

Respiro

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Per chi ha avuto il Covid, la parola “respiro” ha un significato particolare. Anche se come me sei una fortunata che non è finita in una corsia di ospedale, che non ha mai visto il saturimetro scendere sotto il 95%, che non è mai stata in immediato e grave pericolo di vita.  La fame d’aria di quando tossisci, tossisci e non riesci a smettere, di quando non puoi dire tre parole in fila senza sentirti mancare il fiato, di quando anche salire tre gradini ti fa affannare e soffocare... quella te la ricordi per sempre . E ogni volta che qualcosa ti toglie il fiato, che sia per la paura, per l’oppressione o per la gioia, quella sensazione ritorna. Torna e rende insopportabile il senso di soffocamento che ti danno le situazioni in cui sei costretta a vivere una vita che non è la tua... ma torna anche quando la felicità di toccare una sponda amata, dopo tanto tempo e tanta assenza, ti fa battere forte il cuore e ti riempie gli occhi di lacrime. Ed è allora che senti la differenza fra la felici