La tempesta
L'ho già detto, che sono una strana? Mi sa di sì.
E pensavo: il mare che ho davanti e quello che sento dentro sono uguali, in questo momento. Immensi, tempestosi, pieni di pericolosa bellezza. Forze potenti, che però non dureranno per sempre.
Non vanno sottovalutate, le tempeste. Possono uccidere. Ischia ha un triste elenco di suoi figli presi dal mare in tempesta. E anche le tempeste di dentro, quelle che capitano quando qualcosa deve cambiare, non sono da prendere alla leggera. Ma -è questo il punto- non puoi scansare la tempesta, non puoi impedire all'onda di infrangersi, puoi solo provare a viverla con un altro stato d'animo.
Sono una strana perché mi piacciono cose che gli altri trovano scomode e fastidiose. Come il mare in tempesta.
Ieri lo guardavo, persa nelle sue luci, nei suoi colori, nei suoni potenti e negli odori che attraversavano disinvoltamente la mascherina FFP3.
La tempesta finirà, e sarà forse un sollievo potersi riposare nella calma della bonaccia, con il sole splendente sul mare e quelle giornate limpide e tiepide in cui ti senti al sicuro.
Le tempeste non arrivano per distruggerci, e nemmeno (come qualcuno sostiene) per farci evolvere. Arrivano e basta.
Sta a noi, al nostro libero arbitrio, soccombere o provare a nuotare nell'incertezza del futuro.
Era il 1998, un altro anno tempestoso della mia vita, quando per la prima volta afferrai questa verità. E scrissi:
"Non temere la tempesta.Prendi la sua forzae falla tua:ti servirà".
Lo sento anche qui da casa, il suono del mare che si infrange sulle scogliere e sulla spiaggia. E penso che gioia, vivere dove puoi sentire il mare. E che fortuna essere riuscita ad amare le tempeste.
Sarà quello che sarà, niente è perfetto ma la vita è immensa.
(Ah! le foto sono mie, e i colori sono quelli originali, nessun ritocco)
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