Respiro
Per chi ha avuto il Covid, la parola “respiro” ha un significato particolare. Anche se come me sei una fortunata che non è finita in una corsia di ospedale, che non ha mai visto il saturimetro scendere sotto il 95%, che non è mai stata in immediato e grave pericolo di vita.
La fame d’aria di quando tossisci, tossisci e non riesci a smettere, di quando non puoi dire tre parole in fila senza sentirti mancare il fiato, di quando anche salire tre gradini ti fa affannare e soffocare... quella te la ricordi per sempre.
E ogni volta che qualcosa ti toglie il fiato, che sia per la paura, per l’oppressione o per la gioia, quella sensazione ritorna. Torna e rende insopportabile il senso di soffocamento che ti danno le situazioni in cui sei costretta a vivere una vita che non è la tua... ma torna anche quando la felicità di toccare una sponda amata, dopo tanto tempo e tanta assenza, ti fa battere forte il cuore e ti riempie gli occhi di lacrime. Ed è allora che senti la differenza fra la felicità e il dolore. Perché la gioia ti toglie il fiato per un attimo, ma poi ti investe con un’onda di vitalità, e senti i tuoi polmoni aprirsi, l’aria entrare a fiotti, impetuosa.
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