Nonna Ragno e io
Io sono una strana. Mi piacciono i ragni. Non mi limito a non ucciderli, come fa molta gente, per paura che ammazzarli porti sfortuna. E il mio non è nemmeno l’opportunismo di chi pensa che siano utili perché mangiano le mosche. No, no, a me piacciono proprio, mi sono simpatici, mi piacciono le opere d’arte delle loro tele, il loro restare immobili e il loro muoversi d’improvviso, svelti, cambiando direzione quante volte vogliono su quelle zampette dinoccolate...
Avrà influito anche la leggenda di alcuni popoli nativi americani, secondo la quale Nonna Ragno, spirito protettore della Natura e degli umani, avrebbe portato per la prima volta nel mondo la luce del sole servendosi dei fili della sua ragnatela. Certo questa immagine della luce che viaggia sui fili della ragnatela è potente.
Sarà stata una pura coincidenza, ma è un fatto che da quel giorno il filo della mia vita è sempre stato nelle mie mani, e non sempre ne avrò fatto buon uso, ma ho sempre lottato con le unghie e coi denti per non farmelo strappare. E ci hanno provato, eh, e qualche volta ho pagato cara la mia resistenza. Qualche volta ho rischiato di perderlo il filo, come quando la prigionia del lockdown prima, e il Covid poi, mi hanno messo a dura prova. Ma non è accaduto, sono qui, sono sempre me stessa. Anzi, dopo la malattia sono ancor più me stessa, se è possibile. E lo devo alla mia ostinazione, e un po' anche al fatto che sentivo di doverlo a Nonna Ragno, sia essa una parte di me o uno spirito guida (ma esistono gli spiriti guida? E chi lo sa).
Ma lo devo anche a tante reti di fili che si sono intrecciati ai miei, sostenendomi. Amici, familiari, conoscenti, gente che condivide con me idee, sogni, speranze, lotte...
Nei giorni bui della solitudine e della paura, hanno portato luce e speranza. Mi sa che amicizia e solidarietà sono le magie più potenti che esistano.Grazie dell'insegnamento, Nonna Ragno.
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